Descrizione Progetto
INDICAZIONI STRADALI
Raggiungere Courmayeur e alla rotonda prima di entrare in paese proseguire diritto. Superato il paese svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per la Val Veny. Si prosegue lungo la strada di montagna ammirando già da adesso il paesaggio mozzafiato. Si giunge ad un bivio e si mantiene la destra seguendo le indicazioni per il Rifugio Monzino. Si continua sulla strada passando al lato di alcuni camping e subito dopo, sulla destra, si incontra una targa indicante il percorso che conduce al rifugio Monzino (poco più avanti del Bar Pramotton). Si entra nel bosco su una stradina dissestata e dopo circa 100 metri si parcheggia l’auto in un ampio parcheggio vicino all’argine del fiume.
In questo breve tour in Val d’Aosta, insieme a mio fratello, decidiamo di affrontare questa bellissima escursione che ci condurrà ad uno dei rifugi più storici del massiccio del Monte Bianco, punto di partenza di moltissime ascensioni: il RIFUGIO MONZINO!
Zaino in spalla ci incamminiamo lungo il sentiero battuto (segnavia numero 16) all’interno del bosco. Dopo poco incontriamo un ponte dove svoltiamo a destra. Si costeggia il fiume superando nuovamente un ponte e successivamente svoltiamo a sinistra salendo nella pineta. Si prosegue nel fitto bosco sino a quando ci troviamo su un enorme ghiaione solcato dai torrenti di deflusso che discendono dal Frêney. La vista spazia… Il paesaggio è unico! Siamo circondati da montagne enormi e di fronte a noi il maestoso ghiacciaio del Frêney e l’imponente parete rocciosa dell’Aiguille de Châtelet. Avanti a noi un gruppo di arrampicatori diretti proprio lì. Sbalorditi dal bellissimo paesaggio proseguiamo la nostra escursione, seguendo i bolli gialli lungo le pietre. Superiamo ora un “ponte” fatto da una passerella di ferro. Continuiamo a seguire la segnaletica salendo in direzione delle rocce sopra di noi. Con sguardo attento scrutiamo, sul pianoro della montagna, il rifugio Monzino, meta della nostra escursione. Saliamo tra il ghiaione giungendo ad un incrocio dove svoltiamo a destra seguendo le indicazioni per il rifugio (ca. 40’). Da qui non si può non ammirare l’enorme morena del Miage sulla sinistra, e la slanciata sagoma dell’Aiguille Noire de Peuterey proprio di fronte. Proseguiamo lungo il sentiero sino a raggiungere un gruppo di rocce dove incontriamo il cavo metallico.
Ci imbraghiamo e proseguiamo la nostra salita. Si superano facilmente alcune roccette ben attrezzate anche con fittoni. In questa prima parte le difficoltà sembrano contenute. Mentre saliamo, lo sguardo spazia tra le alte cime sopra di noi, maestose e imponenti, una meravigliosa cascata sulla nostra destra dove è ben visibile l’erosione rocciosa dovuta al ritiro del ghiacciaio. Proseguiamo e al termine di queste facili roccette, si prosegue lungo un sentiero sempre ben battutto e segnalato. Serpeggiando si sale sino a raggiungere il secondo tratto di ferrata. Sorseggiamo un po’ d’acqua e subito riprendiamo il cammino. Ci troviamo ora di fronte due possibilità: una sulla destra più verticale e ricca di staffe metalliche e l’altra sulla sinistra che entra in un leggero canalino sfruttando di più la roccia. Noi scegliamo quella a sinistra mentre l’altra soluzione l’affronteremo in discesa. Saliamo seguendo il cavo tra facili rocce ben appigliate e tratti di terreno scivoloso. Deviamo leggermente a destra sino a ricongiungerci con il cavo dell’altra variante. Proseguiamo ora su tratti di ferrata a volte verticale e a volte appoggiati, ma sempre ben protetti e con numerose staffe che facilitano la progressione. La ferrata a volte è interrotta da piccoli tratti di sentiero. Usciamo ora su un bellissimo pianoro dove di fronte a noi regna il Rifugio Monzino, arroccato su questo bellissimo sperone roccioso.
Seguiamo il sentiero e riprendiamo la ferrata passando su un traverso breve ma leggermente esposto sempre ben protetto. La ferrata prosegue in obliquo verso sinistra per poi risalire diritto. Di nuovo un tratto di sentiero che seguiamo sino a raggiungere un piccolo nevaio. Per oltrepassarlo in sicurezza troviamo una corda fissa installata molto probabilmente dal gestore del rifugio. Superato il nevaio proseguiamo sulla ferrata che traversa verso sinistra per poi salire all’interno di una piccola insenatura rocciosa verticale. Seguiamo ancora il cavo della ferrata zigzagando tra le rocce sino ad uscire nuovamente su un ampio pianoro. Questa volta però il rifugio sembra essere lì. La sosta è obbligatoria! Paesaggio mozzafiato, la vista spazia dal ghiacciaio del Freney al ghiacciaio du Breuillat con al centro il bellissimo Rifugio, dalla stupenda cresta affilata dell’Aiguille de Châtelet (da qui è ben visibile il cavo della ferrata che porta in vetta allo Châtelet) al Rifugio Elisabetta Soldini. Peccato per la presenza di qualche nuvola che ci impedisce di guardare la alte vette del Bianco. Incantati da questo meraviglioso paesaggio ci dirigiamo verso il rifugio. Raggiungiamo la nostra meta e ad accoglierci c’è Mauro, gestore del rifugio Monzino, che ci accoglie con una frase bellissima: “BENVENUTI ALLA PORTA DEL PARADISO!”. Noi restiamo a bocca aperta…Siamo davvero in Paradiso. Il paesaggio è sempre più bello, difficile da descrivere… bisogna andarci per ammirare ciò che è in grado di regalarci la natura. Il rifugio è situato fra l’Aiguille Noire, la Cresta di Peuterey, gli enormi pilastri del Monte Bianco e le creste dell’ Innominata e del Brouillard. Insomma, da qui partono tantissime ascese anche abbastanza impegnative. Dopo una bella escursione del genere una birretta insieme a Mauro è d’obbligo… ma non basta! Infatti subito ordiniamo al gestore di prepararci un buon piatto di pasta come solo lui sa fare. Mauro è una persona gentile e molto disponibile ed è sicuramente la persona più informata e utile da contattare prima di partire per qualche ascesa.
Dopo esserci saziati con un bel piatto di pasta, decidiamo di farci un giretto intorno al rifugio e sul ghiacciaio.
Successivamente riprendiamo il sentiero percorso in salita per ridiscendere a valle affrontando anche la ferrata in discesa.
CONSIDERAZIONI
L’escursione sopra descritta è davvero molto bella soprattutto perché si è circondati a 360° da un paesaggio straordinario e unico nel suo genere.
Lungo il primo tratto, non ci sono grosse difficoltà tecniche. Anche il primo tratto di ferrata risulta essere abbastanza facile e paragonabile ad un sentiero attrezzato. Qualche difficoltà in più la si incontra nel secondo tratto di ferrata dove ci sono dei tratti più verticali ed esposti.
Consigliamo, in base al vostro tempo, di affrontare anche la ferrata che conduce sulla vetta dell’Aiguille de Châtelet. Visto che il rifugio dispone di circa 55 camere, chi vuole può anche decidere di pernottare al rifugio ma, vista la numerosa affluenza, consigliamo sempre di prenotare.
Prestare particolare attenzione lungo la discesa in quanto si affronta l’interra ferrata a ritroso e potreste trovare dei punti umidi e scivolosi. Visto che a volte ci sono sempre due soluzioni lungo la ferrata, valutate attentamente quale strada prendere per la discesa, anche dove c’è la possibilità di due tratti (inizio secondo tratto di ferrata) a nostro avviso consigliamo di scendere lungo il tratto più ripido e con più staffe per avere una presa e sicurezza maggiore.
Consigliamo, vista la durata e il dislivello dell’escursione, di utilizzare bastoncini da trekking.
Per i meno esperti e\o famiglie con ragazzi, consigliamo di affrontare la salita con una Guida Alpina.