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Alpi – Val di Rhêmes
Indicazioni stradali
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INDICAZIONI STRADALI

Per raggiungere l’attacco della ferrata Casimiro bisogna dirigersi nella Val di Rhêmes nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Precisamente bisogna arrivare nella frazione di Chanavey nel comune di Rhemes-Notre-Dame. Giunti in questa frazione, parcheggiare nell’ampio parcheggio di fronte l’Hotel Granta Parey. Questo Hotel è chiamato Granta Parey perché a fare da sfondo a questo ambiente favoloso è proprio questa montagna di 3387 metri.
Imbracarsi nel parcheggio e dirigersi lungo la strada a sinistra dell’hotel. Seguire le indicazioni presenti e in circa 10’ si giunge all’attacco della ferrata.

 

La ferrata, di recente costruzione, è intitolata a Casimiro Therisod prima guida della Val di Rhêmes. E’ un percorso emozionante composto da due sezioni (a metà è situata anche una via di fuga) e da due meravigliosi ponti tibetani.
L’itinerario parte subito in picchiata con un tratto verticale seguito da un traverso verso destra. L’alternanza di tratti verticali e traversi sempre ben attrezzati, ci fa giungere su un sentierino (sempre protetto con il cavo) che ci conduce all’attacco di un ulteriore tratto verticale e traverso verso sinistra passando su una bellissima placca che termina in corrispondenza di un alberello aggrappato alla roccia. Al termine di questo tratto usciamo su un pianoro erboso e, superate alcune roccette, giungiamo dinnanzi al primo ponte tibetano. Ci agganciamo e iniziamo a fare gli acrobati sul cavo d’acciaio ammirando lo splendore della valle e il verde brillante della natura (Non farsi prendere dal panico dal vuoto che si ha sotto i piedi!).
Terminato il ponte seguiamo l’evidente sentiero che attraversa questo meraviglioso bosco, iniziamo a risalire in direzione della roccia che abbiamo sopra la nostra testa. Qui troviamo il cartello per l’eventuale via di fuga lungo un sentiero ben segnalato e ben evidente che riporta a valle.
Ci alziamo ancora qualche metro e ci agganciamo al cavo per proseguire lungo questo secondo tratto di ferrata. Iniziamo su un terreno un po’ friabile sino a quando giungiamo dinnanzi un tratto verticale bello esposto, al termine del qualche c’è una cengetta e di nuovo tratto verticale. Saliamo seguendo il cavo lungo diversi tratti verticali alternati a volte da breve traversi sia verso destra che verso sinistra. Si arriva ora all’altezza del “tetto”: un lungo traverso verso sinistra molto esposto ma ben attrezzato che passa sotto un enorme masso. Al termine di questo traverso affrontiamo nuovamente un nuovo tratto verticale giungendo cosi su un piano. Ora traversiamo facilmente verso sinistra giungendo così al secondo ponte tibetano. Qui, per agganciarci al cavo, bisogna fare un brevissimo tratto in discesa, sempre ben attrezzato, e passando sotto il cavo riusciamo ad agganciarci e… via per questo nuovo tratto adrenalinico. Terminato il ponte, seguiamo il  sentiero restando sempre agganciati al cavo. Giungiamo così su un salto di roccia, ottimamente attrezzato da percorrere in discesa.

                  

Per la discesa, al termine del tratto sopra descritto, abbiamo due possibilità:

  • Rientro difficile; circa 40’ per rientrare a valle. Bisogna percorrere il canale sottostante in discesa sempre attrezzato come il resto della ferrata. Al termine del canale si incontra il sentiero della via di fuga il quale, seguendolo, ci riporta a valle.
  • Rientro facile; circa 1h per rientrare a valle. Seguendo l’evidente sentiero molto panoramico, senza alcuna difficoltà si giunge comodamente a valle.

Al termine del sentiero si giunge sulla strada che porta a Rhemes-Notre-Dame. Si percorra la strada asfaltata (ca. 10’) per rientrare al parcheggio, punto d’inizio di questa escursione.

CONSIDERAZIONI

La ferrata è ben attrezzata con numerose staffe, poste alla giusta altezza, che facilitano la progressione.
Si sviluppa su due tratti. Nel primo tratto, su alcuni passaggi, è richiesta una buona forza nelle braccia per potersi tirare su. In questi tratti prestare attenzione e avere con sé una longe, che nel caso in cui foste stanchi, potreste usare per riposarvi “alloggiandovi” sulle staffe. Mentre, il secondo tratto, risulta essere maggiormente esposto sia sui tratti verticali sia sui traversi. Infatti, a nostro avviso, il tratto in cui prestare maggiore attenzione è il traverso sotto il “tetto”, non tanto per la difficoltà tecnica che viene azzerata dalla presenza delle staffe, ma dalla notevole esposizione. Un altro punto in cui prestare attenzione è all’uscita del secondo ponte tibetano dov’è richiesta una discreta forza nelle braccia.
Nel caso di difficoltà, come descritto sopra, a metà percorso è presente una via di fuga che comodamente riporta a valle.
Altro punto in cui riporre attenzione è sicuramente il breve tratto di ferrata da percorrere in discesa alla fine della ferrata per il rientro.
Entrambi i ponti tibetani posso essere evitati mediante sentiero alternativo sempre ben attrezzato.
Per il rientro, consigliamo di affrontare il percorso facile per poter ammirare e godersi il favoloso paesaggio.
La ferrata è davvero molto bella e a renderla suggestiva è il paesaggio che la circonda che è qualcosa di fantastico. A fare da sfondo per quasi tutta la ferrata è la maestosa cima della Granta Parey.