Apro questo piccolo post con un frase di Andrè Roche che dovrebbe farci riflettere:

“La valanga non sa che sei esperto”.

Nell’innesco di una valanga sono molteplici i fattori che possono causarla, da quelli climatici alle fatalità. Di sicuro, uno di questi fattori che incide notevolmente è quello umano.  Per fattore umano si intende aver dormito male, avere scarsa concentrazione, essere superficiali e sfidare la natura.

In questo post vorrei sottolineare in particolar modo la superficialità dell’essere umano. Quante volte ci capita di fare una gita sulla neve e di leggere il bollettino nivologico in modo superficiale o addirittura non leggerlo proprio? Ebbene si questo è un errore da non commettere e soprattutto non basta leggere solo la scala del pericolo (5,4, ecc.), ma è necessario leggere anche le altre notizie riportate. Ma facciamo un piccolo passo indietro, cos’è un bollettino nivologico?
I bollettini valanghe vengono effettuati dagli uffici provinciali e regionali affiancati ad AINEVA sulla base di varie stazioni nivometeorologiche automatiche presenti sul territorio italiano (in particolare sulla fascia alpine e nelle Marche), di campi di rilevamento manuali tradizionali e di rilievi su diversi percorsi scialpinistici.  Tutti questi dati raccolti, in seguito, vengono elaborati dai tecnici AINEVA i quali, assumendosi responsabilità penali e civili, pubblicano i bollettini nivologici. I bollettini valanghe forniscono informazioni dettagliate sulle caratteristiche del manto nevoso e sulle sue interazioni, instabilità dei luoghi pericolosi e sull’attività valanghiva. Ovviamente c’è da ricordare che questi dati riguardano intere aree e non sono applicate al singolo pendio dove sarà necessaria l’attenta analisi visiva da parte degli escursionisti. Il pericolo valanghe  è graduato in cinque gradi secondo la Scala Europea del Pericolo Valanghe (adottata nel 1993). Tutti i bollettini presentano contenuti con le stesse modalità: dichiarano il livello di pericolo più elevato, una mappa che illustra le aree con lo stesso grado di pericolo e, la cosa più importante che tutti trascurano di leggere, la descrizione del pericolo dove viene indicata anche la previsione valida per i giorni successivi oltre che le informazioni sul manto nevoso, i vari strati, evoluzione della neve e le dimensioni e tipologia di valanghe che potrebbero colpire i luoghi più pericolosi.


Altro punto molto importante da non confondere è la differenza tra PERICOLO e RISCHIO valanghe. Il pericolo valanghe descrive il grado di instabilità del manto nevoso indipendentemente dal sovraccarico umano. Il rischio valanghe invece è che un valanga si verifichi sull’ambiente arrecando danni all’uomo e alle sue attività.

In funzione di tutto ciò, possiamo concludere questo post affermando che uno degli aspetti poco valutati in montagna e soprattutto su terreno innevato è l’influenza del fattore umano. Per gestire al meglio questo aspetto bisognerebbe, prima di iniziare a praticare scialpinismo, affrontare un’adeguata formazione e costante aggiornamento di nivologia, avere sempre con sé e soprattutto saperlo usare il kit di autosoccorso (ARTAVA, pala e sonda), leggere accuratamente l’intero bollettino valanghe (è uno dei punti più importanti da applicare a casa prima che inizi la gita. Solo con il bollettino conoscere lo stato della neve) e soprattutto adottare un comportamento “difensivo” senza mai osare e sapere quando rinunciare.  Dobbiamo infine ricordare che il fattore umano determina il rischio, ma può contribuire anche all’aumento del pericolo.
Chiaramente il mantenimento di queste competenze può avvenire solo con un’assidua frequentazione dell’ambiente innevato, la formazione e l’addestramento nell’uso del kit da autosoccorso.

Buona neve a tutti e sempre… occhi aperti!!!!!