Vi è mai capitato di affrontare un’escursione e all’improvviso accorgervi di aver dimenticato qualcosa oppure arrivare in un punto e non saper dove proseguire?
Beh a noi è capitato, in quanto abbiamo sottovalutato l’importanza della pianificazione!

Anche se a molti sembrerà di trovare consigli banali in queste poche righe, vogliamo condividere il nostro modo di pianificare un’escursione…..
Voglio introdurre questo post con una bellissima frase di Lao Tzu che dovrà farci riflettere: “La teoria senza la pratica è inutile, la pratica senza la teoria è pericolosa.”

Ebbene sì, la montagna non è fatta solo nel saper arrampicare, essere ben allenati, saper maneggiare corde e attrezzatura, una delle prime cose da fare e da saper fare, è  proprio quella di organizzare nei minimi dettagli l’uscita.

Cosa si intende per pianificare un’escursione?
Pianificare un’escursione si intende studiare a 360° quello che si andrà a fare. E’ molto importante questo aspetto per ridurre il rischio di imprevisti, per non trovarsi in difficoltà e per tornare a casa soddisfatti e incolumi!

Prima cosa da fare è scegliere la meta della nostra escursione. Ciò viene fatto tenendo conto di alcuni fattori: preparazione fisica, esperienza, difficoltà del percorso, la stagione in cui si affronta l’escursione e l’attrezzatura di cui avremo bisogno  (impensabile affrontare escursioni complicate se non disponiamo nemmeno di un buon scarponcino da trekking).
Inoltre è fondamentale anche verificare attentamente le previsioni meteo nella zona della nostra escursione e, in caso di escursioni su neve, consultare il bollettino niveo-meteorologico. Se già in questa fase ci accorgiamo che le condizioni meteo non ci assisteranno, è preferibile posticipare la nostra escursione in giorni con condizioni meteorologiche migliori.

Seconda fase della nostra pianificazione è studiare a “tavolino”  il nostro percorso attraverso l’ausilio di una carta topografica e informarsi sulla segnaletica e le condizioni dell’itinerario. Oggi, con l’aiuto delle migliaia di relazioni, blog, social network, uffici di guide locali, ecc., è semplicissimo conoscere le situazioni di percorribilità e tutti i dati tecnici di un sentiero, di una via ferrata, una via d’arrampicata e quant’altro. Questa fase di pianificazione è di vitale importanza in quanto ci permette di capire come sarà la nostra escursione, ci permette di calcolare i dislivelli di salita e discesa (mediamente si percorrono circa 300/400 metri di dislivello in salita ogni ora e una distanza che varia da 2 a4 Km), i tempi di percorrenza, eventuali punti di appoggio (rifugi-bivacchi), sorgenti dove poter rifocillare la nostra borraccia,  quote, ecc. Per rendere facile tutto ciò, nelle carte topografiche sprovviste di tracciati di sentieri, consigliamo di disegnare fisicamente con una matita il nostro percorso per guardare dove e come sarà il nostro itinerario e di prendere alcuni punti di riferimento per l’orientamento. Consigliamo, ovviamente dove possibile, di individuare delle vie/percorsi di fuga da poter utilizzare in caso di difficoltà, pericoli imminenti, cambiamenti meteorologici e per qualsiasi altra evenienza.

 

Durante la pianificazione dell’itinerario poniamoci anche qualche domanda:
Se succede qualcosa, cosa faccio? Come mi comporto? E’ importante sapere come muoversi anche in situazioni di emergenza, non è detto che durante lo svolgimento non possano comparire imprevisti, ricordiamoci che siamo in montagna, un ambiente impervio, dove il pericolo è dietro l’angolo e, solo l’esperienza e una buona pianificazione a volte può salvarci.
Altro aspetto che dobbiamo tenere in considerazione durante le nostre pianificazioni è quello di conoscere la percorribilità delle strade di accesso (se si usa la propria vettura) e/o gli orari di eventuali mezzi pubblici, prenotare in tempo l’eventuale pernotto in rifugio (munirsi di  sacco lenzuolo in quanto obbligatorio), annotare numeri di telefoni dei rifugi e del soccorso alpino locale.

E veniamo ad un altro aspetto da non sottovalutare: lo zaino.
Avere uno zaino troppo pesante non è una cosa buona, in quanto potrebbe rallen2tare la nostra gita, ma nello stesso tempo, avere uno zaino vuoto non è il massimo. Con questo non si vuole dire che quando si va a fare una qualsiasi escursione non bisogna portarsi dietro nulla, ma bisogna portare dietro tutto lo stretto necessario per poter affrontare la nostra escursione nel modo più sicuro e giusto possibile. Ovviamente ciascuno di noi, in basa alle proprie esperienze, è in grado di capire cosa servirà e cosa non servirà per la propria gita. Per chi pratica arrampicata, alpinismo, ecc., durante la fase di preparazione dello zaino deve cercare di evitare di portarsi attrezzi e accessori che potrebbero essere inutili.
Oltre al materiale tecnico, nello zaino vanno messi anche i viveri e soprattutto l’acqua, considerando la quantità giusta in base al numero di giorni dell’uscita. L’acqua non deve assolutamente mancare, soprattutto in posti dove sarà difficile trovare un approvvigionamento d’acqua.

Ricordiamo che il nostro organismo ha sempre una riserva di grassi, ma non di liquidi. Un uomo può resistere qualche giorno senza mangiare, ma non può resistere a lungo senza bere e la disidratazione potrebbe giungere nel momento meno opportuno, portando a sensi di stordimento e di debolezza.
Ciò che non deve mancare mai nei nostri zaini sono alimenti che occupano poco spazio e peso e che danno un immediato apporto calorico: barrette energetiche, frutta secca, qualche caramella, sali minerali, ecc.

 

Infine non dovrebbe mai mancare un buon kit di primo soccorso (fornito con tutto l’occorrente per il primo soccorso e, per chi ne ha bisogno, medicinali personali), una carta topografica della zona, un foglio di carta,  una matita, una buona giacca a vento, un ricambio di indumenti, documenti, tessera C.A.I., una lampada frontale e tutto l’occorrente per quella specifica attività. In alcune escursioni, particolarmente difficili e in ferrata, i più esperti potranno portare anche un paio di moschettoni ed una corda (da 10/30 metri diametro 8 mm), utile, soprattutto come ausilio psicologico, nel caso che qualcuno non riesca a superare determinati passaggi.

Comunicate sempre a qualcuno a casa dove state andando e a che ora pensate di tornare.

Sottolineiamo anche il rispetto per la natura (non disturbare gli animali e le persone, non schiamazzare, non raccogliere fiori e piante specie se protette, non abbandonare rifiuti, anzi dare il buone esempio portando a valle i propri e quelli trovati in giro), per chi in montagna ci vive e lavora e per gli altri escursionisti in genere.

Vi lascio con una frase del grande alpinista Reinhold Messner, tratta dal  libro “Speed 7 ore di Ueli Steck” dove si marca strettamente il senso di prudenza nell’andare in montagna:
“Sono un uomo molto prudente, davvero, con dispiacere dei miei fan, è così! Devi veramente essere assai prudente perché basta un unico errore e nell’alpinismo te ne sei andato”.