Chi pratica lo sport dell’arrampicata, oltre a parlare di attrezzatura e aspetti tecnici, ama parlare di “numeri”. “Ho percorso una via di difficoltà 7a, 5a, 6b……”.

Nell’arrampicata esistono vari sistemi per poter classificare la difficoltà di una via e variano da un Paese all’altro. E’ importante conoscere anche i sistemi adottati all’estero. I più comuni sono: quello FRANCESE, UIAA, UK, AUSTRALIANO e quello Americano (YOSEMITE).
Nell’arco alpino si utilizza prevalentemente la scala UIAA per le salite su roccia “classiche” e la scala francese per le vie e i monotiri in falesia.
Il GRADO DI DIFFICOLTA’ di una via di arrampicata è dato dal passaggio più difficile presente su tutta la via e viene assegnato dalla prima persona che la percorre e può essere modificato in base alle esigenze delle persone che la ripercorrono successivamente.

Oltre all’arrampicata tradizionale, negli anni settanta nasceva il bouldering, l’arrampicata sui massi.
Il bouldering ha delle proprie scale di difficoltà: le più utilizzate sono la Hueco e la Fontainebleau (*FB) inventata a Parigi. La scala di Fontainebleau usa dei nomi simili ai gradi della scala francese di arrampicata sportiva, ma rispetto a questa le difficoltà sono maggiori (un 8A di boulder è molto più difficile di una via di 8a). Per sottolineare le differenze, la scala di Fontainebleau utilizza le lettere in maiuscolo.
Oltre a queste due scale di difficoltà più usate, c’è anche quella inglese (UK).

 

Di seguito è riportata una tabella con i sistemi di classificazione più usati nel mondo  sia per l’arrampicata che per il bouldering.

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